Mio Babbo
Per me è stata un'inaspettata illuminazione la morte di mio babbo: la abbiamo fatta entrare nelle nostre vite, è arrivata quando eravamo tutti riuniti al mare, rinfrescati dalla sua brezza, inebriati dal suo profumo, rassicurati dai suoi colori, accompagnati dal frinir delle cicale… La abbiamo vissuta come esperienza sociale. È stata una morte, tra l'altro, lungamente aspettata, la abbiamo accolta tra noi: scherzando, mangiando e bevendo tutto il tempo, mentre lui s'avviava. Inoltre m'ha fatto vedere in un'ottica completamente diversa sia l'ultima parte che tutta la vita intera di mio babbo: Ho sempre pensato che fosse stato un bastonato dalla vita, irrealizzato perenne e invece è stato il contrario; da una visione globale ha sempre fatto quello che voleva: lavorare come benvoluto insegnate tra i ragazzi, con una vita profondamente sociale al bar, tre mesi di vacanze al mare, d'estate, nella sua "villa", costruita da lui… un aristocratico, amato da tutti, nella sua dolcezza e bontà… e si è fatto seguire da noi, senza imporci mai nulla… E se ne è andato dopo essersi spiluccato fino all'osso la vita, quando non aveva più nulla, di quello che lui voleva, da dargli. Davvero un grande..
E poi, Il bello di vivere al mare d'estate è che tu puoi, ad esempio, tornare da un funerale, tuffarti nell'acqua salata, asciugarti al sole e andarti a bere un birino al tramonto, guardando e sentendo la distesa della vita
Che la pace sia con noi